Henri Cartier-Bresson in mostra a Torino: 160 scatti raccontano l’Italia attraverso il suo obiettivo

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino ospita, fino al 2 giugno 2025, la mostra “Henri Cartier-Bresson e l’Italia”, un’importante retrospettiva dedicata al legame tra il celebre fotografo francese e il nostro Paese. Curata da Clément Chéroux e Walter Guadagnini, l’esposizione raccoglie 160 immagini e materiale d’archivio, tessendo un racconto dettagliato dei numerosi viaggi che Cartier-Bresson ha compiuto in Italia dal 1932 in poi. L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson, è una immersione nello sguardo attento e preciso di un artista che ha saputo immortalare l’anima autentica di città, paesaggi e persone, dando vita a un ritratto socioculturale di grande valore storico.
Henri Cartier-Bresson, Napoli, 1960 © Fondation Henri Cartier-Bresson, Magnum Photos
Il percorso espositivo si snoda nelle sale di CAMERA seguendo un ordine cronologico e ripercorrendo le varie tappe italiane di Cartier-Bresson. Dai primi scatti realizzati negli anni Trenta, in cui emergono già le sue caratteristiche stilistiche, fino agli anni Settanta, periodo in cui documenta l’industrializzazione del Sud Italia, la mostra testimonia l’evoluzione del suo sguardo. Particolarmente significative sono le immagini dedicate a Roma e al Mezzogiorno, dove il fotografo coglie con sensibilità le trasformazioni sociali ed economiche dell’epoca. Il suo reportage sulle zone rurali della Basilicata, ispirato a “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi, che gli consigliò alcune zone da scoprire, resta uno degli esempi più emblematici del suo lavoro in Italia.
L’attenzione di Cartier-Bresson per il paesaggio urbano si traduce in composizioni che giocano con le geometrie e la luce naturale, trasformando ogni scatto in una narrazione visiva. Tra i soggetti ricorrenti, spiccano anche i ritratti di intellettuali e artisti italiani dell’epoca come Pier Paolo Pasolini, Roberto Rossellini e Giorgio de Chirico, protagonisti di un’epoca di grande fermento culturale. Le immagini in mostra raccontano non solo la quotidianità delle città italiane, ma anche le dinamiche sociali di un Paese in continua evoluzione, tra tradizione e modernità.
Henri Cartier-Bresson, Roma, 1959 © Fondation Henri Cartier-Bresson, Magnum Photos
Parallelamente alla mostra su Cartier-Bresson, fino al 6 aprile 2025, CAMERA dedica uno spazio anche a “Riccardo Moncalvo. Fotografie 1932-1990”, una raccolta di 50 stampe vintage curate da Barbara Bergaglio. Fotografo torinese attivo per oltre sessant’anni, Moncalvo ha saputo documentare con maestria i cambiamenti della sua città, collaborando con importanti istituzioni e realtà industriali come Fiat e Pininfarina. Il suo lavoro, tra bianco e nero e colore, offre una prospettiva unica sullo sviluppo urbano e sociale di Torino, ponendolo tra i testimoni più significativi della storia fotografica italiana.
Riccardo Moncalvo_Piccolo solitario_1956
La doppia esposizione di CAMERA è sicuramente un’occasione imperdibile per gli appassionati della fotografia e storia del Novecento. Con immagini che spaziano dal reportage sociale alla fotografia d’arte, il progetto espositivo si pone come obiettivo quello di approfondire l’opera di grandi maestri e riscoprire, attraverso il loro sguardo, frammenti di memoria collettiva. Se non l’avete ancora visitata, avete tempo fino a giugno per lasciarvi affascinare dall’eredità visiva di Cartier-Bresson e Moncalvo in scena a Torino.
Per maggiori informazioni su orari, tariffe e biglietti: “Henri Cartier-Bresson in mostra a Torino nel 2025: gli scatti del grande fotografo da Camera“