Coronavirus: nuove misure e limitazioni per Torino e il Piemonte (info e aggiornamenti)
Nella notte del 10 marzo 2020, il Governo Conte ha varato un nuovo decreto estendendo di fatto al resto del Piemonte e a tutta Italia le restrizioni fino ad allora in vigore solo in Lombardia e altre 14 province italiane tra cui le piemontesi Asti, Alessandria, Vercelli, Novara e VCO. Da oggi dunque e fino al 3 aprile (salvo diversa comunicazione da parte delle autorità competenti) le restrizioni precedentemente valide solo per la cosiddetta “Zona Rossa” saranno estese anche al resto della penisola includendo, per il Piemonte, anche le province di Torino, Cuneo e Biella fino a questo momento rimaste fuori.
La decisione presa nella notte è un’ulteriore misura messa in atto dal Governo per cercare di limitare il contagio da Covid-19 in modo da non sovraccaricare il sistema sanitario nazionale già provato dai focolai delle scorse settimane nelle prime zone rosse del nostro Paese.
Il rispetto di queste norme è importante per la nostra salute e per quella delle persone più deboli (anziani, malati, immunodepressi) e maggiormente a rischio di complicazioni.
Cosa cambia per il resto del Piemonte e per l’Italia intera con questo nuovo decreto? Qui di seguito trovate un riassunto delle principali misure del nuovo decreto del Governo (il cui intero testo potete consultare a questo link).
Le principali misure dell’Emergenza Coronavirus valide per Torino e il resto del Piemonte (e tutta Italia):
- evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita, fatta eccezione per quelli motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza; Per tutti gli spostamenti da città a città, ma anche all’interno dello stesso comune, sarà necessario compilare l’autocertificazione del Ministero dell’Interno, scaricabile sul sito del governo. Se i riscontri delle forze dell’ordine saranno negativi scatterà la denuncia che prevede l’arresto fino a tre mesi e una denuncia per reati dolosi contro la salute pubblica.
- giustificare degli spostamenti alle forze dell’ordine presenti ai varchi o di pattuglia sul territorio;
- raccomandazione a chi accusa sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, e contattare il proprio medico curante;
- divieto per chi si trova in quarantena di lasciare la propria abitazione;
- divieto di ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico;
- sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina in luoghi pubblici o privati;
- sospensione dei servizi per l’infanzia e dell’attività didattica nelle scuole di ogni ordine e grado, con indicazione ai presidi di approntare, se possibile, la didattica a distanza
Inoltre, con il nuovo decreto firmato nella notte del 10 marzo 2020, si rendono obbligatorie le seguenti norme:
- sospensione di tutte le manifestazioni organizzate in luogo pubblico o privato, comprese le attività culturali, cinema, teatri, discoteche e sale da ballo;
- sospensione delle cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri, delle attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere e ricreativi;
- limitazione delle visite ai parenti ricoverati in ospedale o in casa di riposo;
- limitazione dell’attività di ristorazione e bar dalle 6.00 alle 18.00 a patto che il gestore faccia rispettare la distanza di un metro tra gli avventori;
- chiusura delle medie e grandi strutture di vendita e dei negozi all’interno dei centri commerciali nelle giornate festive e prefestive;
- apertura nei giorni feriali di farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro;
- apertura dei luoghi di culto se viene rispettato il metro di distanza tra i fedeli;
- ricorso per i dipendenti pubblici e privati al congedo ordinario o alle ferie, oppure autorizzazione al “lavoro agile” per via telematica
Si raccomanda ancora una volta di seguire attentamente i 10 comportamenti per prevenire le infezioni.
Il compito di far rispettare i contenuti del decreto spetta ai prefetti, che possono avvalersi delle forze di polizia e del supporto dei Vigili del fuoco e dell’esercito.
Il mancato rispetto delle disposizioni può essere punito, salvo che il fatto costituisca più grave reato, ai sensi dell’articolo 650 del Codice penale, che sancisce l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 206 euro.
Rispettate le indicazioni: è importantissimo per cercare di frenare il contagio e per salvaguardare la salute di tutti.