La romantica storia del Cri-Cri, il cioccolatino che si veste da caramella

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Forse non tutti conoscono la tenera storia dell’origine del nome del cri-cri, il timido cioccolatino che si veste da caramella con le sue carte colorate, la sua forma rotonda dal cuore di nocciola, ricoperto di cioccolato e rivestito di mompariglia (ovvero le piccolissime e bianchissime sferette di zucchero). Eh sì, perché se già pensavate che il cri-cri fosse una dolcezza, quando conoscerete la storia del suo nome ne sarete ancora più convinti.

 

Leggenda narra di una giovane ragazza di nome Cristina che abitava a Torino alla fine dell’Ottocento e che si guadagnava da vivere cucendo splendidi abiti per le signore dell’alta società sabauda. Cristina aveva un fidanzato innamoratissimo, uno studente torinese che la chiamava con il tenero diminutivo di “Cri”. Ogni volta che i due avevano un appuntamento, il ragazzo si fermava prima in una pasticceria della zona dove comprava questi deliziosi cioccolatini ricoperti di zucchero. La commessa della pasticceria, che li conosceva entrambi e che aveva visto nascere il loro amore, sapeva come lui fosse solito chiamare la sua fidanzata, così ogni volta che il ragazzo andava a comprare le praline lei gli chiedeva “Cri?” e lui rispondeva con un sorriso innamorato “Cri!”.

 

Il proprietario del negozio, assistendo più volte a questa scena, in onore dei due innamoratissimi ragazzi decise di ribattezzare i suoi dolci cioccolatini con il nome di “cri-cri” per ricordare la semplicità e la spensieratezza di un bell’amore tra due giovani.

 

Nato all’ombra della Mole tra l’Ottocento ed il Novecento, questo “cioccolatino vestito da caramella” fa ormai parte dell’immaginario collettivo degli abitanti del capoluogo piemontese: tutti lo ricordano con un sorriso, non solo come un simbolo della pasticceria della città, ma come un vero e proprio patrimonio della tradizione torinese. Per un po’ di tempo la sua produzione ha rallentato notevolmente, ma oggi, grazie ai tanti artigiani del cioccolato del capoluogo piemontese, il cri-cri è ancora con noi più buono e dolce che mai. Lunga vita al cri-cri allora!

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